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Verona-Roma: è 3-0 a tavolino

Il giudice sportivo ha decretato la sconfitta a tavolino per 3-0 della Roma nella gara di sabato scorso contro il Verona, terminata sul campo con un pareggio a reti bianche. Il motivo è l’impiego di Amadou Diawara, il cui nome non era nella lista dei venticinque calciatori che la Roma, come ogni società, è tenuta a comunicare alla Lega Serie A all’inizio del campionato. La vicenda ha dell’assurdo se si pensa che il centrocampista guineano è tutt’altro che un nuovo acquisto. Arrivato lo scorso anno nell’operazione con il Napoli che ha portato Kōstas Manōlas lontano dalla Capitale, si è saputo distinguere come metronomo del centrocampo giallorosso e ha raccolto elogi dai tifosi e dallo stesso tecnico Fonseca.

Il fatto

Come sia possibile che un calciatore in rosa dallo scorso anno non sia stato incluso nella lista ufficiale è fuori da ogni logica. Una spiegazione, comunque, c’è. Amadou Diawara, nato il 13 luglio 1997, nella scorsa stagione aveva 22 anni ed era stato inserito in un elenco a parte, quello degli Under22. Si tratta di una lista in cui ogni società può inserire i propri tesserati giovani senza limite di numero; in questo modo non si “occupano” posti nella lista dei venticinque da comunicare alla Lega Serie A. Va da sé che in quest’ultima lista figurano, quindi, solamente atleti dai 23 anni in su fino a un tetto di venticinque nomi.

Con l’inizio della nuova stagione, perciò, il profilo di Diawara doveva essere depennato dall’elenco giovani e inserito nell’altra lista, ma ciò non è stato fatto e Fonseca l’ha schierato in campo come normalmente è avvenuto finora. Stavolta, però, gli ingranaggi della burocrazia hanno stretto la loro morsa. Al momento dell’omologazione dei risultati i burocrati hanno esaminato le carte e controllato le procedure, rilevando l’anomalia: trovata l’infrazione, applicato il regolamento.

La sanzione

La sanzione prevista per l’impiego di un calciatore non iscritto alla lista ufficialmente depositata in Lega Serie A è la sconfitta a tavolino a zero con tre gol di scarto. È quanto stabilito al comma 9 del Comunicato Ufficiale 83/A approvato nel 2014 e modificato nel 2018 portando il limite di età per i “giovani” da 21 a 22 anni. La giustizia sportiva, quindi, ha seguito il proprio corso e il giudice ha fatto il proprio lavoro. Viene da riflettere, ora, sull’effettiva adeguatezza della pena commisurata all’entità dell’infrazione.

La Roma, è vero, non aveva aggiornato la lista dei venticinque calciatori con il nominativo di Diawara, rimasto tra gli Under22. L’elenco, tuttavia, contiene ventuno nomi: lo spazio per inserirne altri c’è, dunque non si configura un reato doloso. Non v’era alcun bisogno di raggirare le regole per schierare il guineano dal momento che la lista è lontana dall’essere piena. C’è da supporre che si sia trattato davvero di una dimenticanza e non di un tentativo di fare brogli. La società presenterà ricorso e insisterà proprio su questo punto: si è trattato di un errore in buona fede.

Le assurdità

Nell’epoca della tecnologia che ti porta persino una macchinetta per il caffè nell’auto, com’è stato possibile lasciare il profilo di un calciatore nell’elenco sbagliato? Dalle ricostruzioni sembra che la Lega Serie A abbia introdotto quest’anno la funzione di avviso informatico nel caso di errori del genere, ma che nessuno abbia saputo interpretarlo. Lo scenario che si è formato ieri è che due ore prima del fischio d’inizio di Verona-Roma i dirigenti giallorossi hanno ricevuto una notifica dal sistema e ne hanno chiesto conto a un funzionario della Lega Serie A. Neanche lui, però, ha saputo motivare l’avviso e l’ha attribuito a un malfunzionamento informatico, dando ai giallorossi il placet a proseguire le consuete attività prima della partita.

Un altro risvolto assurdo della vicenda, poi, riguarda il Segretario Generale della Roma, Pantaleo Longo. Giunto nella Capitale dalla sponda granata di Torino lo scorso anno insieme a Petrachi, sarebbe lui il responsabile dell’errore di compilazione della lista. Da ieri circolano insistenti voci sulle sue dimissioni presentate ai vertici societari. Il colpo di scena, però, è un altro: secondo Sportitalia è in contatto proprio col Verona per un ruolo nel quadro dirigenziale. Sembra, tuttavia, che le parti si siano avvicinate mesi fa, nei mesi di maretta per Petrachi; emerge, inoltre, un interesse anche del Parma.

Comunque la si guardi, questa situazione ha del grottesco. L’esordio della Roma di Friedkin e di Pedro si è tinto di burocrazia e disattenzione e si è attestato sullo zero in classifica. Il ricorso della società forse potrà cambiare le carte in tavola, ma resta inspiegabile ogni retroscena che si è venuto via via delineando. Gli occhi e la testa, però, non possono non andare a domenica prossima e a chi ci verrà a trovare sul prato dell’Olimpico: la Juventus di Andrea Pirlo.

Le acque, insomma, sono tutt’altro che tranquille.

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