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SODA CAUSTICA DEL LUNEDI

Espugnato Marassi con un 3-1 senza storia, quindicesimo risultato utile in campionato, terzo posto solitario almeno per il momento nell’attesa di conoscere il verdetto della Corte di Appello sportiva sul ricorso proposto avverso la decisione del giudice sportivo di decretare lo 0-3 a tavolino per il noto pasticciaccio Diawara.

Vi fornisco una notizia bomba: la Roma, dopo tanti anni di duro peregrinare, sta diventando una squadra, una squadra vera, capace di soffrire e di combattere, capace di superare le avversità rappresentate nel caso di specie dalle assenze alquanto pesanti di pezzi da novanta quali Dzeko, Spinazzola e Mirante ma in ogni caso capace di portare a casa l’unica cosa che veramente conta nel nostro campionato ovvero i maledettissimi tre punti.

Il tecnico più in bilico, sbertucciato e bersagliato (soprattutto dal cosiddetto fuoco amico) prosegue imperterrito il suo prezioso e paziente lavoro sia pure tra le mille difficoltà rappresentate soprattutto dall’assenza di un direttore sportivo, necessario elemento di raccordo con una proprietà che però continua a non far mancare la sua concreta e vigile vicinanza a tutto l’ambiente Roma.

Mi eccepirete il fatto che da qualche settimana finisco sostanzialmente per ripetere sempre gli stessi concetti ma ritengo necessario continuare ad elogiare il buon Paulo Fonseca che in altri contesti, soprattutto posti a nord di Firenze, avrebbe ricevuto tutti i dovuti onori per il lavoro fino ad oggi svolto egregiamente ed invece si ritrova tra le perfide mura capitoline ad essere costantemente avvolto da una incomprensibile nube di scetticismo.

E’ importante non dare mai niente per scontato perché a Roma tutto può sempre succedere ed in pochi istanti si può smantellare l’apparente muro di incrollabili certezze faticosamente costruito così come un semplice soffio può buttar giù un castello di carte da gioco: in tanti anni di passione spesi al fianco della nostra amata quante ne abbiamo viste e quante ancora ne vedremo.

Lo stesso Fonseca è consapevole della cogente necessità di continuare a tenere i piedi ben saldati a terra: niente voli pindarici ma solo tanto lavoro perché questo è l’unico carburante che può continuare a regalare a questa squadra le tante soddisfazioni che merita.

Non c’è altra strada se non quella del lavoro e del silenzio ma permetteteci di godere per le imprese del trio meraviglia composto dai vecchietti terribili Pedro- Miki- Dzeko, per i progressi di Lorenzo Pellegrini nel suo nuovo ruolo di regista, del ritorno del principe guerriero Smalling che ha restituito ulteriori certezze ad un reparto che in ogni caso vanta elementi di indubbio valore e prospettiva, permetteteci anche di godere del nuovo Brunetto Peres che ha finalmente messo la testa a posto, del ritrovato Pau Lopez che magari non sarà mai un grande portiere però sta pian piano ritrovando la dote più importante per un guardiano dei pali ovvero la fiducia in sè stesso.

Ho fatto solo alcuni nomi ma in questo momento tutta la squadra merita un plauso di vero cuore: ecco, forse ho toccato il punto nodale di tutta la faccenda ed è il cuore perché senza quello non si riesce a fare proprio un bel niente, neppure le cose apparentemente più semplici.

La squadra sta mostrando di avere un cuore, di impegnarsi seriamente e di non mollare mai, neppure nei momenti di avversità e sfortuna: se la curva sud potesse tornare ad essere occupata dai suoi storici tifosi siamo certi che non farebbe mancare a questi ragazzi il proprio affetto e il giusto tributo.

La Roma testaccina di Gigi Radice, quella delle epiche battaglie del Flaminio si è reincarnata nello spirito di questa squadra indomita che finalmente ci rende orgogliosi, come non accadeva da un pezzo, di seguirla ed amarla.

Ho esultato e scritto anche troppo e quindi mi taccio tornando nel mio silenzio monastico in attesa del prossimo match in casa con il Parma.

Stavolta, però, mi sia consentito, un forza Roma sempre e per sempre.

Ultima chiosa: questa settimana ci hanno lasciato due grandissimi artisti e romanisti veri quali Stefano D’Orazio ed il maestro dei maestri Gigi Proietti i quali sono certo, anche da lassù, non smetteranno mai di posare il loro amorevole ed affettuoso sguardo sulla squadra del loro cuore.

Alla prossima.

 

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