Press "Enter" to skip to content

Ralf Rangnick – il Trainager

Il mancato approdo al Milan

Era il 21 Luglio quando a sorpresa la società rossonera confermò e ufficializzò Stefano Pioli alla guida tecnica della squadra e fece saltare l’accordo con il Manager tedesco Rangnick che restò al Lipsia.
Quell’accordo di cui tutti parlavano, fece dimettere Boban, consulente e manager del nuovo Milan di Gazidis e Scaroni e stava portando alle dimissioni la ‘bandiera’ Maldini.
Quel 21 luglio in cui tramontò l’ipotesi Ralf Rangnick al Milan, diversi organi di informazione tedeschi riportarono delle dichiarazioni di un consulente dell’allenatore, Kosicke, in cui si affermava in modo rassicurante che non fosse il momento giusto affinché iniziasse la collaborazione di Rangnick con il Milan e per tale motivo si ritenne che, visti i risultati ottenuti dal tecnico Pioli, Rangnick non avrebbe assunto alcun incarico nell’A.C. Milan.
Le parole di Gazidis AD del Milan e di Maldini furono una cortina diplomatica e di circostanza che elogiavano i risultati e il lavoro e la professionalità di Pioli, senza minimamente accennare al mancato arrivo del Manager tedesco.

La sua  ascesa


Ma chi è Ralf Rangnick e cosa ha fatto per porsi all’attenzione del calcio italiano ed Europeo?
Ralf Rangnick, chiamato da tutti Ralf, è stato un calciatore nella seconda squadra dello Stoccarda e ha continuato nelle file dei dilettanti in Inghilterra. Visti i risultati, non certo esaltanti, iniziò la carriera da Allenatore/calciatore nei club dilettantistici tedeschi e arrivò nel 1988 ad allenare l’Under 19 dello Stoccarda. L’anno dopo viene assunto dallo Stoccarda per guidare la prima squadra. Buona stagione, che l’anno successivo migliora con la conquista della Coppa Intertoto UEFA, che è stato il primo trofeo del club a livello internazionale. Raggiunse nel 2001 gli ottavi di finale di coppa Uefa, ma venne esonerato per i risultati altalenanti in Bundesliga.
Nuova stagione all’Hannover 96, seconda serie tedesca, ottenne la promozione definita storica per il club ed il record di punti per quella categoria. L’arrivo in Bundesliga dura poco e Ralf venne esonerato a Marzo del 2004. Nuova stagione e nuova esperienza allo Schalke 04 per sostituire il ‘monumento’ del calcio tedesco’ Jupp Heynckes. La squadra di Gelsenkirchen in quella stagione arrivò al secondo posto in Bundesliga dietro all’inarrivabile Bayern Monaco. Nonostante i risultati, Ralf venne esonerato l’anno successivo lasciando la squadra al secondo posto.
Ralf ricomincia da capo. Accettò di allenare l’Hoffenheim in terza serie e ottenne due promozioni di fila, l’Hoffenheim arrivò in Bundesliga, evento memorabile. Restò all’Hoffenheim fino all’inizio del 2011 quando si dimise per divergenze con la dirigenza sulle trattative di mercato.
Tornò nel 2011 allo Schalke 04, a stagione in corso, conducendo la squadra alle seminali di UEFA Champions League e al trionfo in Coppa di Germania.
Dimissioni a settembre, prima dell’inizio della nuova stagione per stress.
Inizia una nuova vita per Ralf. Nel 2012 approdò al RB Lipsia assumendo l’incarico di Direttore Sportivo delle due squadre del gruppo Red Bull: il Salisburgo ed il Lipsia.
Nella stagione 2015 divenne il tecnico del RB Lipsia lasciando la direzione sportiva del Salisburgo. Il Lipsia arrivò secondo in Zweite Bundesliga ottenendo la promozione. Ciò nonostante, lasciò l’incarico tecnico per mantenere la direzione sportiva. A luglio del 2018 ritornò ad allenare il Lipsia conducendo la squadra al terzo posto, e arrivando in Finale in Coppa di Gemania, persa contro il Bayern. Lasciò il Lipsia alla conclusione della stagione 2018/2019 per diventare il responsabile dello sport e dello sviluppo calcistico del gruppo Red Bull. Ma a luglio, quando tutti sospettavano del suo approdo in Italia sponda rossonera, Ralf decise di dimettersi dal Gruppo Red Bull.

La nuova sfida


A fine agosto, in questo tormentato 2020, Ralf decide di rilasciare due interviste in cui parla di Roma e della nuova proprietà Friedkin.
Al Corriere della Sera, Ralf Rangnick si definisce un ‘Trainager’, una crasi tra il trainer e il Manager, ruolo per il quale forse in Italia non siamo ancora pronti.
Per Ralf un Trainager è un allenatore ma anche Manager, spiegando che il suo ruolo è frutto del calcio di oggi, dove il risultato sportivo e quello economico fanno parte dello stesso progetto. Niente di nuovo, considerando Wenger o Mourinho, ma in Italia è realizzabile questo ruolo?
Ralf sottolinea che l’unione dei due risultati (economico e sportivo) permette ad un head Coach di dare il meglio potendo scegliere i calciatori adatti al suo gioco e soprattutto non subendo le decisioni di altri.
Ralf cita Klopp, che ne è un esempio, ribadendo che serve una sostenibilità a medio-lungo termine, coadiuvata da un’identità di squadra, come realizzato al gruppo Red Bull.
Ralf dice che il suo approdo al Milan non è andato a buon fine per la tragica situazione della pandemia di Covid. Ammette che era stato contattato dalla dirigenza rossonera già in Ottobre del 2019 e che avevano un’identità di vedute sulla crescita a medio-lungo termine.
Rangnik, durante la sua intervista, esalta l’Atalanta di Gasperini e il suo staff e la forma fisica di Ibrahimovic, e si ritiene convinto che il suo sistema è esportabile in Italia perché crede che Serie A e Bundesliga siano molto più simili di quanto si ritenga.
Su Roma e la Roma, Rangnick dice che è una metropoli mondiale e che la squadra è un club di livello e tradizione europea, ma che ha vinto l’ultimo dei tre scudetti solo 20 anni fa e l’ultimo trofeo 12 anni fa. È molto incuriosito di come un gruppo di imprenditori di successo come i Friedkin riporteranno la Roma al successo.
Il Rangnick-pensiero è quello di avere 5 o 6 specialisti nello staff, che siano di livello internazionale, ma anche valorizzare le persone che sono presenti nella società.
Il suo calcio lo chiamano ‘Ralfball’ in Germania ed è un calcio ad alta intensità, che fa del pressing e del contropressing per la palla persa il pane quotidiano. Ossessiona i suoi calciatori alla Sacchi, e si riscontrano tra i due molte affinità.
Rangnick è riuscito a valorizzare molte stelle del calcio europeo, negli anni di Hoffenheim, Salisburgo e Lipsia e la crescita del valore si è centuplicata. Esempi: Haaland, Werner, Firmino, Manè, Kimmich.
Il nuovo Rangnick si mette a disposizione per aiutare un tecnico, ma quali sono le ragioni per le quali un tecnico dovrebbe fidarsi di lui? Rangnick afferma che nel calcio moderno c’è bisogno di scout, video analyst, psicologi, e nutrizionisti e che gli allenatori che hanno lavorato con lui sono ai vertici del calcio europeo come Flick, Rohl (settore giovanile del Bayern), Low (assistente di Tuchel al PSG).
Lui comunque è una rotella ‘pensante’ dell’ingranaggio.
Per un progetto ambizioso che si vuole portare al traguardo occorre mettere la persona migliore al posto giusto. La penserà così anche Dan Friedkin?

Comments are closed.