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Fonseca si. Fonseca no.

In questa lunga pausa in attesa della ripresa del campionato di calcio, i tifosi sono stati costretti a centellinare le notizie sulla propria squadra e noi della  Roma, non possiamo fare altrimenti. I redattori dei quotidiani sportivi hanno dovuto fare un immenso sforzo per trovare argomentazioni sulle quali, poi, costruire un articolo. Per fortuna, chi scrive per questo sito, non ha obblighi di sorta e se redige un pezzo è solo per amore dei colori che porta dentro al cuore.

Tra le varie disamine di questo momento di pausa, nella Capitale tiene banco l’affaire Fonseca che, in verità, non è proprio una notiziona da scoop. Chi più e chi meno, i giornalisti ed i tifosi, si dividono sul tema: è Fonseca l’allenatore giusto per la Roma?
Personalmente punto su questo signore portoghese per una somma di ragioni che sono oggettive.
I mister si è dimostrato aziendalista mettendo in campo quanto la società (Pallotta prima e Friedkin dopo) passava in termini di giocatori.
Occorre considerare che la stagione scorsa era anche la prima di un allenatore che non conosceva direttamente il calcio italiano e che si è destreggiato per capirne le varie dinamiche. Operazione, questa, non sempre riuscita ma che è servita ad inserire il Zorro de nojantri, dentro il circo della massima serie calcistica italiana.

Se si consideriano anche le ovvie difficoltà derivate dal non essere padrone della lingua italiana e, men che mai, di non essere inserito nel contesto di radio e tv locali che come sappiamo condizionano e non poco, l’opinione del tifoso spicciolo, possiamo dire che a parte qualche scivolone, mister Fonseca non se l’è cavata poi troppo malaccio.
Sempre a livello soggettivo considero questo allenatore capace di aver dimostrato la sua flessibilità in ambito professionale e di aver più volte corretto la rotta in corso di partita, modificando il suo credo calcistico affatto talebano.

Rispetto alla sua prima stagione, Fonseca ha acquisito una società decisamente più presente che si sta muovendo con totale consapevolezza all’interno di un delicato meccanismo per il quale ha speso un capitale sicuramente molto significativo; meccanismo che sta puntellando con scelte intelligenti e soprattutto avvedute.
Fonseca ha una vera squadra che se è pur vero che ha una panchina corta, appare più coesa e sicuramente più esperta con l’innesto di Pedro e le conferme di Smalling e Mkhitaryan. La consapevolezza e l’unità di intenti della brigata Fonseca che fa del “tutti per uno, uno per tutti” più che un credo, risulta essere decisiva per l’andamento di certi incontri che la Roma di un anno fa avrebbe indubbiamente perso o pareggiato.
C’è da dire che tornerà il campione tanto amato dai tifosi, quel certo Zaniolo che potrà fare la differenza e che, il calcio mercato invernale, potrebbe regalare sorprese annunciate come il ritorno del faraone e, perché no?, quel Milik che ancora non si è sposato con nessuno.
Il valore aggiunto di mister Fonseca è soprattutto quello che ha fatto finta di niente pur sapendo di essere stato severamente messo sotto esame dalla Friedkin Family e dalle ricorrenti voci di Allegri&Sarri che avrebbero tramortito un bisonte.

Sempre a livello personale, mi piace vedere il mio allenatore di nero vestito, imperturbabile e con un indubbio savoir-a-faire stare in piedi all’altezza della panchina, strillare con una voce quasi baritonale, le indicazioni ai suoi giocatori.
Perchè cambiare? In fondo pure noi abbiamo il cavaliere nero.

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