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Fonseca in vista di Milan-Roma: denso come stagno fuso

Il calcio è tornato a pieno regime. Dopo la partita europea contro lo Young Boys, domani sera la Roma di Fonseca sarà ospite del Milan di Pioli, poi giovedì riceverà il CSKA Sofia e continuerà con quest’alternanza tra Serie A e Coppa che è il dondolo di questo sport.

La sfida nella sfida

Questo pomeriggio, allora, il tecnico portoghese si è accomodato in sala stampa per le attesissime parole di presentazione alla partita. Le due squadre vantano due punte di diamante chiacchieratissime e capaci di focalizzare sempre l’attenzione; per questo la conferenza stampa non poteva che prendere le mosse da Zlatan Ibrahimović ed Edin Džeko. È scontato il confronto tra i due, ma troppo stonato sarebbe lasciarlo passare in sordina; tuttavia chiedere è lecito e rispondere è cortesia. Fonseca non opera confronti e non si sofferma sul trascinatore svedese, mentre del portento bosniaco ribadisce solo la sua assoluta importanza per la squadra.

Milan-Roma

Il copione delle precedenti conferenze stampa, poi, si ribalta e segue il fil rouge(noir) fino al Milan e al suo impeccabile primato in classifica a punteggio pieno. Si respira entusiasmo all’ombra del Duomo e il momento storico dei Diavoli è un idillio mirabilmente costruito da Stefano Pioli. Fonseca spende parole di lode nei confronti del tecnico di Parma, ma sottolinea la fiducia del proprio gruppo. Sarà una partita tatticamente interessante, ma la Roma giocherà per vincere e dimostrare di essere grande.

Dentro-fuori

Si esce appena un attimo fuori dal campo e si parla della possibilità degli spareggi per terminare la Serie A, ipotesi che Fonseca non sembra prendere in considerazione, poi si rientra in campo letteralmente dalla porta. La staffetta tra Pau López e Mirante non passa mai inosservata: la parabola di una promessa infranta e il riscatto del soldato che avanza a generale. Tra campionato ed Europa League la direzione è sembrata chiaramente andare verso l’alternanza tra queste due competizioni, ma Fonseca è, come al solito, poco incline a scoprire le sue carte: domani gioca Mirante, poi si vedrà partita per partita. Parole definitive non ne vuole usare forse per non gravare sulla già delicata psicologia del portiere spagnolo.

Il tasto dolente, poi, viene subito battuto. La perplessità, o meglio: l’interpretazione, di molti tifosi guardando la partita di giovedì scorso contro lo Young Boys è stata che la scelta di schierare calciatori finora mai presi in considerazione fosse un messaggio alla società sull’incompletezza della rosa. Ancora una volta la diplomazia guida la risposta di Fonseca, che è sempre propenso a lavare i panni sporchi nella propria casa più che a esternare malcontenti davanti alla pubblica piazza. Le sue parole sono una coperta gettata sopra un principio di incendio, che gli toglie ossigeno e gli impedisce di divampare. “La verità è che abbiamo vinto e abbiamo lasciato riposare giocatori importanti per la partita di domani. Allo stesso tempo abbiamo rimesso in campo calciatori che non hanno avuto spazio e che è importante, in questo momento, che si ritrovino negli schemi della squadra. Le mie scelte non volevano dire nient’altro“.

Le chiavi 

L’attenzione vaga, adesso, e si catalizza ancora su Ibra, ma il portoghese non ci sta. È un grande campione e un grande professionista ma la Roma affronta il Milan nella sua totalità: insomma, dice Fonseca, è Milan-Roma, non Ibra-Roma. Una chiave di volta della partita potrebbero essere le punizioni, occasioni in cui la Roma raramente sembra incisiva. Pellegrini è il maggiore incaricato a calciarle, ma Fonseca butta dentro altri nomi che nel finale degli allenamenti si esercitano sui calci piazzati: Veretout, Cristante, Mkhitaryan.

La filosofia difensiva

Sul piano tattico, poi, i riflettori sono tutti sulla difesa. La Roma gioca sempre con la linea difensiva alta, ma ci sono difensori che faticano di più a tenere gli avversari con tanta distanza dietro di loro fino alla porta. A Fonseca è contestato, quindi, un integralismo difensivo che sembra adattarsi poco alle caratteristiche dei suoi interpreti. La risposta è quella di uno che sa il fatto suo: educata, garbata, pacata. Dipende non solo dalle qualità dei difensori in campo ma anche da quelle degli attaccanti che hanno di fronte. La squadra, dice, è preparata a giocare sia con una linea alta che intermedia, lasciando perciò meno metri alle spalle dei difensori meno veloci.

La difesa

La domanda più attesa, forse, arriva solo dopo otto minuti: la positività di Mancini ha influito sulla scelta di far riposare Ibañez in Europa League per poterlo impiegare contro il Milan? Qui si apre un sottotesto importante che conferma ciò che, forse, si sapeva già implicitamente e che non era mai stato detto chiaramente. La notizia di Mancini positivo al Covid19 è arrivata venerdì, il giorno dopo la gara contro lo Young Boys. La risposta di Fonseca ha raccontato, tra le righe, che sì, la squadra lo sapeva già. “No, io volevo far riposare Ibañez“. Lui, che ci ha sempre abituati a una comunicazione tutt’altro che casuale, avrebbe senz’altro negato anche di essere a conoscenza dello stato del numero 23 giallorosso, se avesse voluto eliminare ogni dubbio in merito.
Mancini, in ogni caso, ieri è risultato negativo al doppio tampone e compare tra i convocati per la spedizione di San Siro.

milan roma fonseca

Restando nello stesso reparto si arriva ai terzini destri, ruolo in cui hanno ruotato tutti i possibili interpreti ma sembra non esserci ancora un titolare. Naturalmente, precisa Fonseca, ha scelto il titolare per Milan-Roma.

L’uomo degli equilibri

Una riflessione che finora non è mai stata aperta nelle conferenze stampa di Fonseca è quella sul campionato inteso nella sua cornice generale. In queste prime giornate si sono viste le grandi e titolatissime squadre fare passi falsi in favore di formazioni di estrazione più modesta, segno di un equilibrio ancora da trovare. Per l’allenatore giallorosso risiede proprio qui il valore della Serie A: le due principali indiziate per lo scudetto sono, secondo la sua classifica, Juve e Inter; dietro di loro ci sono altre squadre che possono fare un ottimo campionato.

Mi apro alla chiusura

La chiosa sulla conferenza di Fonseca pre Milan-Roma riguarda il pilastro difensivo mai entrato in azione da quando è tornato nella Capitale: Chris Smalling. Da giorni svolge lavoro differenziato, ma il tecnico rassicura: “Sta bene, ma non è pronto per domani. Credo possa tornare per la prossima partita in Europa League”.

Termina, così, l’anteprima di Paulo Fonseca a Milan-Roma. Sono stati minuti ricchi di temi e di spunti, come del resto promette di essere la partita di domani sera. I rossoneri di Pioli sono in un idillio che i giallorossi devono fragorosamente infrangere. Non sarà facile, ma non lo è stato nemmeno raccontare questa conferenza.

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