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DALLO SLAVIA A SAN SIRO

Tifosi felici della vittoria casalinga guadagnata dalla Roma contro lo Slavia Praga che, in parte, è risultata essere la giusta vendetta maturata per decenni contro la squadra Ceka.
Oltre ad aver conquistato in solitaria il primo posto nel girone d’appartenenza dell’Europa League, i giallorossi hanno raggiunto la striscia di cinque vittorie consecutive.

Qual miglior modo per affrontare l’insidiosissima trasferta in quel di San Siro contro una delle più accreditate (e ricche) formazioni per la vittoria finale di questo campionato?
E dire che nonostante le importanti, copiose e abituali assenze che hanno privato la Roma di calciatori maiuscoli come Dybala, Smalling, Pellegrini, Renato Sanchez, Spinazzola oltre i lungodegenti Abraham e Kumbulla, i giallorossi sono stati capaci di resistere ben 80′ contro la corrazzata neroazzurra. Il muro preventivato dallo squalificato Mourinho, era stato in grado di annullare il predominio interista e i quattromila tifosi saliti fino al terzo anello dello stadio e quelli davanti alla tv, già pregustavano un importantissimo punto da mettere nel carniere prima di tornare nella Capitale, quando nell’unica sbavatura di un importante Llorente, l’Inter passava meritatamente in vantaggio annichilendo la truppa romanista che, a quel punto, non poteva più far molto altro se non arrivare mestamente alla fine dell’incontro.

Anche se con i ”se” e i ”ma” non si fa la storia, possiamo constatare che la disparità tra le due formazioni scese in campo a Milano era veramente troppo evidente e che laddove i giallorossi avessero potuto schierare la loro migliore squadra, sicuramente ci sarebbe stata un’altra partita.

Ancora una volta possiamo leggere le dichiarazioni di alcuni calciatori romanisti che affermano che occorre lavorare e affrontare incontro dopo incontro, come se da questo mantra si potesse trovare una qualche consolazione.
La realtà l’abbiamo sotto agli occhi semplicemente guardando la classifica e non ci occorrono suggerimenti di lettura per comprendere le oggettività di un campionato dove arrivare al quarto posto sarebbe come vincere il tricolore. Si dirà che è troppa la sfortuna che dobbiamo affrontare in ambito di infortuni così come è purtroppo logico aggiungere quella sorta di incompatibilità tra Mourinho e il potere del calcio italiano (AIA e FIGC) che penalizza ancor di più il trattamento da sempre riservato ai nostri colori.

Comunque vada, siamo sempre fieri di essere giallorossi a vita.

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