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COSI’ NON SI VA IN PARADISO

Eppure, solamente leggendo le formazioni, non c’era alcuna possibilità per un coriaceo Torino di superare indenne l’ostacolo rappresentato dalla Roma.

Da Lukaku a Dybala passando per Paredes, Mancini e via dicendo, i titolari scelti da Mourinho risultavano – in teoria- decisamente più forti dei padroni di casa.

Ma il pallone, si sa, è un gioco perverso che non offre alcuna certezza. E così, sotto la Mole, i granata hanno sfoderato un calcio asfissiante che ha costretto i giallorossi ad imbastire una prestazione sostanzialmente anonima dove gli interpreti sono apparsi mediocri e sotto le aspettative. Il noioso e ridondante palla su palla giù ha fatto maturare un deciso abbassamento della linea di difesa della Roma che, anche a causa dell’imprecisione di alcuni suoi interpreti, ha offerto il fianco ai giocatori del Torino che hanno provato a risolvere la loro partita in modo positivo.

Nonostante tutto, una vibrante giocata dell’incomparabile Lukaku faceva sì che i giallorossi mettessero la freccia, passando in vantaggio che era quanto i tifosi capitolini si aspettavano. Oltre a battezzare il sesto legno della stagione (possibile?) la Roma non si è resa conto che il Toro non aveva alcuna attenzione di essere un amabile sparring partner e, grazie ai cambi ordinati da Juric, metteva in campo tre attaccanti di ruolo con l’intenzione di agguantare il pareggio.

E pareggio è stato con un guizzo di quel Duvan Zapata che, nell’estate scorsa, pareva dover vestire proprio la maglia giallorossa.

Un pareggio questo che è double-face: se da un lato si è superato l’esame granata che non sarà facile per nessuno e se Big Rom ha confermato il suo stato di grazia; dall’altra ha evidenziato ancora una volta che molti nostri titolari possono, tutt’al più, essere considerati dei comprimari e appare chiaro che in molti denunciano una preoccupante regressione, forse pensandosi già arrivati alla gloria.

Si opinerà che laddove non si fosse stati costretti al risparmio per via dei paletti UEFA-mafia, magari la campagna acquisti avrebbe visto Pinto muoversi su altri obiettivi ma tant’è questa è la Roma.

Chiediamo ai nostri giocatori di risparmiarci frasi sceme come “dobbiamo stare zitti e pedalare” oppure “ci miglioreremo” o, anche, “il nostro obiettivo è solo quello della prossima partita”. Noi tifosi non ci meritiamo di vedere la nostra passione essere mortificata da banalità che non hanno alcun senso: meglio che i giocatori restino in silenzio.

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