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Non ci sono Santi in Paradiso. Almeno per noi.

E si che l’Avvocato Conte aveva predisposto un ricorso con i fiocchi che la commissione della FIGC, si era anche presa il tempo di studiare e che gli slot inutilizzati nella compilazione delle liste di quell’unico incontro perduto a tavolino contro il Verona, lasciavano ben sperare.
Un punticino (quello reale derivante dal pareggio ottenuto sul campo) avrebbe condotto la nostra Roma dove avrebbe già dovuto stare se qualcuno avesse fatto normalmente il suo lavoro senza distrazioni che, invece, hanno provocato una immeritata sconfitta.

Ci si sperava, in fondo ma la Roma non ha Santi in Paradiso e, qualsiasi sarà la sua posizione di classifica alla fine di questo campionato, non dovrà ringraziare nessuno se non se stessa.

La non accettazione del ricorso si tratta di una non notizia che, probabilmente, farà tirare un sospiro di sollievo a molti: dai tifosi che non sopportano i colori giallorosso capitolino, ai potenziali competitor per un posto nell’Europa che conta e ai tanti gufi che non ci possono vedere soprattutto dopo che questo inizio campionato, ha visto un Roma dalla partenza bruciante che nessun si aspettava.

I Friedkin, che ancora non sono in piena confidenza con i fatti e misfatti del nostro calcio, dovranno apprendere presto le dinamiche di un calcio che oltre che giocato sui campi, si spande per mille altri rivoli non sempre chiarissimi. Ma, dal momento che sprovveduti non solo e che stanno imparando con i loro soldi, non servirà troppo tempo a farli scafare fino a portarli nella condizione di capire come stanno oggettivamente le cose ed essere consapevoli del fatto che se la Roma non si è fatta in sette giorni, neppure la Roma – intesa come squadra di calcio – la si fa con pochi mesi.
Ma noi confidiamo sempre, come Gabriella e la sua Tris.

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