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LA PARTITA DEI RIMPIANTI

Il 3-2 di stasera lascia molto amaro in bocca nei tifosi della Roma che, pur non illudendosi dopo il 6-2 dell’andata erano ben consapevoli dell’impossibilità di veder realizzato un miracolo all’Olimpico.

A bocce ancora calde, si potrebbe affermare che la mutilata truppa giallorossa (tanto per non farci mancare niente anche Smalling ha dovuto abbandonare il campo nel corso del primo tempo per problemi fisici) già orfana di molti protagonisti, perdeva anche Villar e Diawara che non venivano neppure convocati. Nonostante questi handicap, la squadra di Fonseca partiva all’assalto della porta degli inglesi che è apparsa subito stregata oltre che ben protetta da un signor portiere che ha messo del suo per non capitolare ai numerosi assalti romanisti.

L’uno a zero del vantaggio siglato dall’inafferrabile – quanto antipatico – Cavani, sembrava chiudere i giochi ma la Roma, nel giro di tre minuti tre, riusciva a pareggiare e poi addirittura portarsi in vantaggio.
A quel punto il Manchester pareva essere alle corde e a tutti i tifosi è parso di rivivere la partita contro il Barcellona punito 3-0 in un ritorno magico. La Roma ha spinto forsennatamente cercando di realizzare una terza rete che avrebbe riaperto i giochi, se non altro facendola sudare al Manchester.
Invece, il solito Cavani (in totale in queste due partite ne ha fatti quattro!) metteva le cose nuovamente in parità.

Risultato che poteva schiantare la squadra di Fonseca che, invece metteva in campo tutto l’orgoglio e le residue forze e si riportava in vantaggio con una terza rete realizzata da un giovane primavera subentrato nel corso del secondo tempo.

L’impietoso risultato finale che vede gli inglesi andare in finale, è stato tuttavia onorato da una squadra caparbia che ha provato a ribaltare un risultato impossibile.

Lasciando da parte gli episodi di questa partita, il rammarico è nella gestione del secondo tempo dell’andata dove, anziché proiettarsi all’attacco per recuperare una sconfitta di misura che ci poteva stare, la squadra avrebbe dovuto abbassarsi nella protezione di un punteggio che poteva essere ribaltato nella partita di ritorno. Invece, il peccato originale è stato quello di prestare il fianco ad una formazione collaudata e piena di affermati calciatori che giocano a memoria.
Sappiamo tutti, noi tifosi, che la Roma è la squadra dei “se” e dei “ma” e non tocca risalire al 30 maggio del 1984 per averne conferma.

Fonseca ha prodotto quel che poteva in una difficile piazza come quella della Capitale e con i giocatori che ha avuto a disposizione.
Il sogno dell’arrivo dichiarato di Mourinho, apre scenari inconsueti per la Roma e per il popolo romanista che si aspetta una campagna acquisti di livello e, soprattutto, di non vedere più pseudo giocatori che, molto spesso, non hanno onorato la maglia.

Quattro partite alla fine del campionato nelle quali c’è un derby da vincere e un settimo posto da mantenere proprio. Il quesito è: ce la farà la squadra di Roma?

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