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Cala l’asso? Calafiori!

D’accordo. Si potrebbe dire che la pratica Europa League di questa prima fase, sia conclusa felicemente con il primo posto assicurato. Il che equivale a dire che l’ultimo incontro rimasto, sia pura formalità e che si possono schierare le seconde e terze linee tanto per far rifiatare i titolari. Si potrebbe anche affermare che il passaggio del turno al primo posto equivale ad un gettone di presenza molto utile per rimpinguare le casse della società e, soprattutto, che si andrà ad evitare il rischio di incontrare le squadre eliminate dalla Champions.

Insomma, il tondo 3-1 con il quale la Roma ha deciso l’incontro con gli svizzeri (ma c’erano giocatori elvetici?) dello Yung Boys, abbia ridimensionato il tondo del San Paolo-Maradona dell’ultima di campionato. Ma non solo.
La partita di ieri sera ci ha regalato una dolce conferma: quel Riccardo Calafiori che mister Fonseca ha fatto suo dalla Primavera, promuovendolo in pianta stabile nell’organico della sua squadra.

Il ragazzo, si sa, ha la spalle strette ma si farà nonostante tutto. Lasciando da parte il De Gregori di annata (altro tifoso romanista), c’è da apprezzare l’abnegazione con la quale il ragazzo di Valcanneto – romano e romanista – abbia felicemente superato uno di quegli infortuni che molto spesso, spezzano inevitabilmente la carriera di un calciatore.
La presenza quasi sfacciata di questo ‘regazzino’ è quasi imbarazzante e consola non poco noi tifosi sapendo che ci sono elementi per ipotizzargli una grande carriera.
La rete siglata contro gli svizzeri è segno di forza fisica ma, soprattutto, di una ferrea convinzione e a dispetto di chi crede che questo sia stato un golazo della domenica, dobbiamo dire che Riccardo Calafiori non è affatto nuovo a reti del genere. Basta trovare qualche filmato del 2017 dove si possono vedere le sue prestazioni in vari incontri della Roma Primavera per rendersene conto.

Ci sarebbe da fare un’attenta disamina su quanto sia importante, se non addirittura fondamentale, curare un vivaio dal quale possono uscire giocatori meritevoli della prima squadra. D’altronde, gente come Totti (uno per tutti) non è forse stato un prodotto fatto in casa? E, tanto per non provincializzare il teorema, è sufficiente citare la cantera catalana per averne conferma.

Sicuramente il management giallorosso avrà tutta l’attenzione per blindare un piccolo futuro campione che già ha sollecitato gli interessi di blasonati squadroni europei e, da parte di Calafiori, sicuramente ci sarà altrettanto interesse di continuare a giocare per quella maglia che ha baciato dopo aver segnato il suo primo gol europeo.

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