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Nella testa di Mkhitaryan.

Quando giochi a calcio e sei alto 177cm difficilmente ti viene in mente di andare in area a saltare su un cross dal fondo o su un calcio d’angolo. Se in più hai i piedi più che buoni chiunque ti consiglierebbe di startene buono al limite dell’area in attesa della respinta della difesa per provare la conclusione in porta.

Una regola questa che pare non valga per Henrikh Mkhitaryan, l’Armeno che va come un treno, che nel giro di pochi giorni di gol di testa ne fa ben due, uno in Europa League al Cluj ed il secondo ieri al Genoa di Maran.

Il Gol di testa di Mkhitaryan contro il Cluj

Una testa, quella di Miki (come ormai in tanti lo chiamano) che, calcisticamente parlando, è fatta soprattutto per ideare la giocata cercare l’assist perfetto o crearsi lo spazio per tentare la conclusione. Lui che per la Roma è stato un autentico regalo arrivato quasi a sorpresa lo scorso anno. Una trattativa scoperta quando si era ormai ai dettagli, ad un costo irrisorio, considerando il valore di un giocatore polivalente, in grado di dare il meglio in qualsiasi parte del campo.

Anche in attacco da N°9, come accaduto ieri dopo l’uscita di Borya Mayoral. Risultato finale una tripletta che mancava da circa 5 anni, che poteva diventare poker se non fosse stato per la coppia Perin-Traversa. Nel giorno in cui si ricordava Gigi Proietti, il Mandrake di “Febbre da Cavallo”. Una Tris nella messa in scena diventata reale ieri a Marassi con pallone regalato al giocatore come regola impone.

Una tripletta che Mkhitaryan ha dedicato alla sua gente, l’innocente popolo Armeno che vive da troppo tempo nel terrore di una guerra che nessuno riesce a fermare. Uno scontro che è sempre nella testa e nel cuore di Henrikh che sui social continua la sua battaglia attraverso messaggi continui dopo l’appello rivolto ai potenti di qualche settimana fa.

Un personaggio distante dai canoni attuali, riservato ma che quando vuole fa sentire forte la sua voce. Ed il suo enorme talento. Anche quando c’è da saltare in area e colpire di testa tra i difensori avversari.

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