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L’acidino della settimana

Reduce da un tour nei migliori supermercati per acquistare scorte di croccantini,  eccomi di nuovo a voi. I cari amici mi hanno chiesto di tornare e non mi sono potuto esimere dal concedere il bis. Per la verità speravo in una pacca sulla spalla ed un poderoso calcione ben assestato nei paesi bassi a mò di addio ma così non è stato: insomma capire tu non puoi e chiamale come vuoi.

Veniamo quindi a noi ed al podio settimanale: ancora una volta non manca la materia prima per fare un bel po’di pan grattato tra i frizzi, i lazzi e qualche venticello non proprio profumato che il popolo del web ha dedicato ai nostri eroi.

acidino

MEDAGLIA DI BRONZO A ROBERTO MAIDA

La terza piazza deve essere assegnata di diritto al nostro Robertino detto anche “Bob provaci ancora”: il nostro non si è ancora riavuto dalla scivolone sulla clamorosa buccia di banana relativa all’attaccante del Bayern Monaco Robert Lewandowsky: i soliti bene informati raccontano che nel corso dell’ultimo litigio familiare anche la moglie gli ha rinfacciato l’errore al grido “ SEI UN MEZZO MARITO, A CASA NON TI VEDO MAI”.

L’ultima sua impresa nell’articolo pubblicato domenica 6 Settembre dal Corriere dello Sport in cui si è occupato della possibile partenza di Dzeko e di cui riporto uno stralcio che trasuda  chiarezza da tutti i pori : “Nelle poche ore trascorse a Trigoria dopo il raduno ha lasciato chiaramente intendere che la sua volontà era di andare alla Juve. Non di lasciare la Roma. La Roma rimarrà una squadra amatissima”.

Vi giuro che l’ho letto dieci volte e ci ho capito poco, l’ho riletto altre dieci volte ed ho capito ancora meno, infine l’ho letto ancora per trenta volte e non ci ho capito più niente. I miei cari mi hanno consigliato di rivolgermi ad un bravo analista per uscire dal tunnel in cui mi sono cacciato.

Bob, ti prego, non ci provare più.

acidino

MEDAGLIA D’ARGENTO A STEFANO CARINA

Il suo profilo twitter è corredato di una foto che è tutto un programma e che rispecchia in pieno il suo iperattivismo sfrenato: è un superman che vola più veloce della luce da una redazione all’altra.

Non si nega a nessuno, neppure al Corriere dei piccoli e il suo curriculum è analogo a quello del Maga Presidente Galattico Duca Conte Matteo Maria Barambani. Nel suo portafogli troverete tutte le tessere dei partiti dal 1948 ad oggi ma lui, a fronte della vostra diffidenza, vi dirà che è un collezionista incallito e gli dovete credere perché è buono come il pane: su questo garantisco io.

Fosse vissuto nel settecento il povero Carlo Goldoni avrebbe dovuto servirsi di una calcolatrice scientifica per contare il numero dei padroni di cui Arlecchino era il servitore.

Ancora oggi i cattivoni del web gli ricordano il famoso commento” Salah? Era meglio Darmian” ma il nostro eroe non si è perso d’animo e si è di recente sublimato offrendo un’altra preziosa chicca ai suoi amati fans: “ La Roma non intende cedere Veretout ma non lo ritiene incedibile”

Si’, lo so a cosa state pensando ma non mi fate domande difficili: se neppure lui sa cosa voleva dire per quale dannato motivo dovrei saperlo io?  Sono in analisi e quindi abbiate pietà di me.

acidino

MEDAGLIA D’ORO A FABRIZIO BOCCA

Il giornale per cui scrive, al pari di Sky, non perde occasione per manifestare affetto verso i colori giallorossi. Il nostro Fabriziuccio, la scorsa settimana, ha scritto un articolo dal titolo I Friedkins”, la sit com americana che rischia di non piacere ai tifosi della Roma” tutto pace e amore verso la nuova proprietà: tracimava miele e zucchero filato da ogni riga.

Apriti cielo: tuoni, fulmini e tempeste provenienti dal popolo del web si sono abbattuti sul povero giornalista reo di aver insinuato il dubbio che i Friedkin non fossero dissimili dal tanto vituperato Pallotta: insomma una famiglia tutta chiacchiere e distintivo.

Per la verità l’articolo non mi era dispiaciuto affatto sebbene non ne condividessi mezza riga ma poi il suo autore, come lo Zazà di Gabriella Ferri, si è perso nel momento culminante del finale travolgente: “Nessuno chiederebbe mai oggi ai Friedkin lo scudetto, ingaggiare campioni che oggi non può permettersi o più generalmente l’impossibile, però se ti sei buttato nel calcio qualcosa inventati per rompere il tran tran di questo monotono ménage”.

Voci di corridoio sussuranno che in realtà il buon Fabrizio, al pari di Rangnick, si è offerto alla nuova proprietà per ottenere un lavoro: se dovete inventare qualcosa chiamate me perché come invento io non lo fa nessuno.

Insomma il buon Fabrizio è un seguace delle teorie di Diogene il quale affermava che nella vita il far niente fatto bene vale più del far tanto fatto male.

Dopo la seduta di analisi vado a cercarmi anche un buon avvocato.

Ad maiora.

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