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Trabzonspor 1 – Roma 2. Vincere nonostante tutto

Amiche e amici di Noi e la Roma, come state? Prima di immergerci nell’analisi della prima partita ufficiale dell’era Mourinho, lasciate che vi dica quale immenso piacere sia tornare a guardare, tifare e sostenere la nostra amata Roma. Come un primo giorno di scuola dopo le vacanze estive, le emozioni sono tante e la voglia di ricominciare anche, quindi basta chiacchiere e andiamo a rileggere la partita disputata in Turchia.

Per il suo debutto ufficiale, Josè schiera quella che a oggi è la migliore formazione possibile, rinunciando solo all’infortunato Smalling e al nuovo acquisto Abraham ancora alle prese con scartoffie e regimi di quarantena.

Josè Mourinho. Serve davvero una didascalia? No.

In porta esordio per Rui Patricio che riporta dopo tempo immemore il numero 1 a difesa dei pali giallorossi. Solida la sua prestazione, incolpevole sul gol, sembra sempre molto attento e concentrato. Ciò che i turchi sparano verso la sua porta non è quasi mai qualcosa di veramente impegnativo, molti tiri centrali facili da controllare, ma quelle due o tre volte che si fanno realmente pericolosi è bravo artificiere disinnescatore. Da rivedere quando salirà la difficoltà degli opponenti, ma le sensazioni sono positive.

Altro esordio ufficiale quello di Matias Viña come terzino sinistro. L’uruguaiano parte subito forte offrendo un primo tempo da incorniciare: sempre presente nelle transazioni offensive, veloce, fisico e concentrato anche in fase di copertura. I compagni lo cercano e spesso risponde presente. Impreciso negli ultimi 15-20m, come tutta la squadra, è comunque un giocatore in grado di coprire l’assenza di Spinazzola. Prende un inutile cartellino giallo per simulazione al minuto 14, questa l’unica nota negativa. Più difensivo nella ripresa, cala verso la fine del match dimostrando di essere umano anche lui.

Rui Patricio è un portiere atipico: indossa la maglia col numero 1.

Coppia centrale col duo ManciniIbanez. Roger si dimostra un valido sostituto dell’inglese coprendo bene il campo, preciso in marcatura e prezioso in fase di impostazione. Gianluca è quello con più mobilità e licenza di offendere, sale spesso verso il centrocampo portando palla e costante e fastidiosa presenza in area di rigore avversaria su tutti i calci da fermo. Il raddoppio nascerà proprio da un suo colpo di testa su corner battuto dalla destra d’attacco finito sul palo e ribattuto in rete dal compagno. Forse leggermente colpevole sul gol della tassa Cornelius, ma giusto se si vuole trovare il pelo nell’uovo.

Terzino destro il sempiterno Rick Karsdorp. Come l’anno scorso la locomotiva olandese parte schiacciata in fase di ripartenza facendo il terzo centrale e coprendo quando Viña spinge, cioè praticamente sempre nei primi 45 minuti. Nella ripresa il baricentro d’attacco cambia e Rick ricomincia a spingere tutte le volte che può. Spesso libero sulla fascia, viene servito poco e talvolta male, ma la sola presenza costante in proiezione offensiva è più che sufficiente a incutere timore nei cuori degli avversari.

Altra coppia è quella del centro di centrocampo formata da CristanteVeretout. Jordan si dedica alla copertura preventiva, mordendo le caviglie dei turchi che pasturano dalle sue parti. Tanti duelli fisici, botte date e ricevute. Non ruba l’occhio, ma fa sentire la presenza. Bryan, con ancora pochi allenamenti col gruppo causa strameritate vacanze post Euro2020, è quello che dovrebbe curare la regia della squadra. A lui vengono dati i compiti di aprire il gioco sulle fasce e impostare i ritmi della partita. In fase di ripartenza si abbassa tra i due centrali, Rick e Roger con Gianluca che sale a centrocampo, per sfruttare il lancio lungo che ha, ma che in questo match ha potuto sfruttare poco.

Noi. Semplicemente NOI.

Mkitharyan esterno a sinistra offensivo dialoga molto bene col nuovo terzino mancino, allargandosi prima e accentrandosi poi per lasciargli la fascia libera per l’attacco. Imballato dai carichi di lavoro, come giusto che sia, viaggia con mezzo secondo di ritardo tra pensiero e azione. Le idee che ha sono buone, ma il corpo ancora non risponde nell’immediato e finisce per intruppare contro i difensori avversari quando tenta la giocata. Ottimo assist-man per il vantaggio della Roma, dimostrando che quando ha la palla tra i piedi è sempre un pericolo.

Trequarti affidata al nostro capitano Pellegrini. Stesso discorso fatto per l’armeno si può tranquillamente applicare anche a Lorenzo. Con l’aggravante di essere rientrato oggi da un infortunio, il capitano segna il gol del vantaggio chiudendo una triangolazione di squadra liberandosi sul secondo palo e appoggiando di giustezza in rete un bocconcino delizioso servitogli dal compagno. Un gol all’apparenza facile, ma che dimostra una certa evoluzione nello stile di gioco di Pellegrini.

Sulla fascia destra torna, dopo tanto troppo tempo, a imperversare Zaniolo. Lasciatemi aprire una piccola parentesi su quanto sia bello poter finalmente scrivere il suo cognome in un articolo che parla di una partita giocata. Ma come ha giocato? Abbastanza invisibile nel primo tempo, nel secondo sale in cattedra spaccando il blocco centrocampo – difesa della controparte avversa. Parte largo e si accentra, salta tre uomini come se non fosse complicato e apre per Miky che indisturbato serve Lorenzo per il primo vantaggio. Danza sulla palla tra i difendenti, corre e lotta scartavetrandosi via la ruggine accumulata dalla lunga inattività. Non è nemmeno al 50% del suo potenziale e già è uno dei più pericolosi giallorossi nel secondo tempo.

El Dorado, letteralmente “colui che è fatto d’oro”. Eldor per gli amici.

Ultimo, ma non ultimo, esordiente Eldor Shomurodov. Piacevolissima sorpresa, conferma che i giusti acquisti si fanno guardando le prestazioni e non il passaporto o il cognome sulla maglia. Da quando è arrivato è sempre stato schierato titolare e ha sempre segnato. Giustamente rispetta la tradizione anche stasera ribattendo in rete il pallone stampato sul palo dal colpo di testa di Mancini. Svaria molto sul fronte offensivo, cerca sempre di rubare il pallone all’ultimo uomo in fase di costruzione dal basso e cerca i tagli in velocità tra le linee nemiche.

Mou decide di non fare cambi fino al minuto 81 quando entreranno Perez e Mayoral, subito dopo il definitivo 1 a 2 siglato da Eldor, poi di nuovo al minuto 90 con la scesa in campo di Diawara e Kumbulla e infine al minuto 93 tutto per Reynolds. Come leggiamo questa scelta? Semplicemente con l’immissione di minuti giocati in quella che, molto probabilmente, sarà la squadra che scenderà in campo il 22 agosto contro la Fiorentina.

La Roma comincia con le giuste intenzioni la nuova stagione portando a casa la prima vittoria. Ancora lunga è la strada e tante le buche da evitare, ma era importante partire bene e l’abbiamo fatto.

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