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Roma 2 Spezia 0

Diciassettesima di campionato, nel catino dell’Olimpico di Roma si affrontano i padroni di casa contro i liguri dello Spezia. Solita, grande, cornice di pubblico con Mourinho che conferma il modulo 3 – 4 – 1 – 2 delle ultime giornate.

Ancora fermi ai box Spinazzola, Pellegrini e Carles Perez, si aggiungono agli indisponibili anche gli squalificati Mancini e Zaniolo. A supporto di Abraham, il tecnico conferma Borja Mayoral che ha dato segnali importanti di ripresa nella partita di coppa infrasettimanale.

Lo spettacolo di uno stadio pieno di Lunedì sera.

Rui Patricio riprende il posto tra i pali e questa è senza dubbio una bella notizia. Protagonista di tre interventi fondamentali per tenere in piedi la baracca, offre quella tranquillità necessaria alla squadra per mantenere il più possibile il sangue freddo davanti alle folate avversarie.

Difesa con IbanezSmallingKumbulla, che oltre a non subire gol li segna anche. Nel primo tempo è un bel colpo di testa di Chris a portare in vantaggio la Roma, nel secondo tempo è una imperiosa incornata di Roger a fissare il punteggio sul due a zero finale.

Ottima la prova dell’inglese, sempre prezioso e puntuale negli interventi; solita prestazione fatta di foga agonistica e concentrazione estrema quella del brasiliano; leggermente incerta, ma comunque sufficiente, quella dell’albanese che dimostra di poter essere un buon rimpiazzo da inserire nelle rotazioni.

Chris oltre a evitarli è capace anche di segnarli i gol.

Linea di centrocampo con KarsdorpCristanteVeretoutViña. Molto bene Rick in proiezione offensiva, anche se rivedibile la precisione in alcune giocate e sui cross, buono il ritmo tenuto per i novanta minuti dell’uruguaiano che spinge con precisione soprattutto nella ripresa. Interlocutoria la prestazione difensiva di entrambi, soprattutto dell’olandese, che lasciano troppo spazio alle imbucate avversarie.

Coraggiosa la prova di Bryan, che si installa nel centro del campo e richiede costantemente il pallone ai compagni in fase di costruzione. Scala nella difesa l’ultima mezz’ora di gioco e accusa gli attacchi degli uomini in bianco, come tutta la squadra, ma tiene la barra a dritta e riesce a portare la nave in porto.

Ambivalente la prestazione di Jordan: se sui calci piazzati, leggasi corner, il suo piede è chirurgico, meno bene in fase di appoggio e ripartenza. Offre una buona copertura in fase difensiva e fa ottimo filtro al centro in interdizione. Non è ancora il francese brillante e determinante che conosciamo e di cui abbiamo bisogno, ma la strada sembra quella giusta.

Di testa il primo, di testa il secondo. Quando si dice “usare la testa” nel modo giusto.

Chi si diverte a disegnare calcio è Mkhitaryan. Gira alle spalle degli attaccanti con la palla negli ultimi 25 metri, mentre in ripartenza si abbassa sulla linea mediana per ricevere costruire. Spesso spiazza il diretto marcatore e strappa in proiezione, molto lucido nelle scelte di gioco e nello smistamento del pallone. Va a folate sul finire del match, ma tanto basta.

Coppia d’attacco con Abraham e Borja Mayoral, come già anticipato. L’inglese funge da boa, abbassandosi molto per ricevere la sfera sulla trequarti e pulire palloni, pecca però di precisione in alcuni appoggi all’apparenza semplici, ma riesce al contrario in tutti quelli più complicati. Per non farsi mancare nulla, timbra ancora la traversa ritoccando il record di legni colpiti in stagione. Taurino nello stacco di testa che porge il pallone a Smalling per il più facile dei tap-in dopo tre minuti.

Volenteroso e molto mobile lo spagnolo, che gira intorno all’inglese cercando un buco libero per la sua manovra tra le strette maglie spezzine. Impreciso ai limiti dell’imbarazzante negli appoggi e nella ricerca dei compagni, mai realmente pericoloso in zona gol, ma almeno ci mette l’impegno e si vede. Un piccolo passo indietro dopo la bella prova nella notte europea, ma resto dell’idea che sia quello che meglio si sposa con il gioco di Abraham.

Segna di Chris di testa, segna Roger di testa, prende la traversa Tammy di testa. Tutto regolare.

Al minuto 63 Mou si gioca i primi cambi con Diawara che rileva Smalling, con Cristante che si abbassa in difesa, e Felix Afena che da il cambio a Borja Mayoral. Non precisamente un fulmine di guerra Amadou, corre dei rischi inutili e compie delle scelte cervellotiche in alcuni frangenti che potrebbero mettere in crisi la squadra, dimostrando ancora una volta di gradire ben poco i compiti richiesti dal mister.

Di contro altare è la prestazione dell’ex primavera che ha voglia di spaccare il mondo e si vede. Gasato ed effervescente, porta freschezza e brio a un reparto che col passare dei minuti era diventato abulico e inconcludente. Prende un doppio giallo e si fa espellere a un minuto dalla fine, più per inesperienza che per cattiveria. Tanto, pure troppo.

Proprio allo scadere entra in campo anche Bove per Veretout, cambio che serve solo a far scorrere il cronometro.

Vince la Roma e riagguanta il sesto posto a due lunghezze dalla Fiorentina e a otto punti dalla zona Champions. Nel prossimo turno ci sarà da affrontare l’Atalanta, sperando che l’aria da big match aiuti a ripulire tutte quelle situazioni in cui la squadra c’è sembrata un po’ troppo superficiale e disattenta.

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