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Roma 1 Genoa 0 Colpi Mancini

Signore e signori, bentornati al solito approfondimento post partita. Oggi andremo a rivivere le emozioni della gara disputata all’Olimpico tra i giallorossi e i grifoni rossoblu, nel delizioso orario dell’ora di pranzo domenicale.

Mister Fonseca, nonostante la colonia spagnola sia prossima al collasso, si affida ancora a Pau Lopez per la difesa dei pali. Come vogliamo giudicare la sua prestazione? Sicuramente, non aiuta il fatto che non abbia interagito più di tanto con gli attaccanti avversari, ma ha dato comunque la sensazione di essere mentalmente dentro l’incontro. Spesso ai limiti dell’area di rigore, col giusto tempo nelle uscite, sta anche dimostrando un discreto ritorno di confidenza con la palla tra i piedi. Insistere con lui al momento è la scelta migliore sotto tutti i punti di vista.

In difesa spicca su tutti il rientro dal primo minuto di Chris Smalling. Quanto ci sei mancato. Nonostante i rimpiazzi non abbiano fatto pesare l’assenza, giocando più di squadra che di singoli, vedere un marcatore come lui in campo ti fa capire perché Fonseca abbia insistito per riaverlo. Copre ogni linea di passaggio, fisicamente inamovibile, tecnicamente pulito e in gran forma nei recuperi. Dalla sicurezza che trasmette al reparto, molto spesso la Roma difende a due perché confidente che tanto dietro, anche così, si è coperti.

Svetta su tutti, non solo per il colpo di testa, Gianluca Mancini

Cristante, ormai possiamo considerarlo un difensore centrale a tutti gli effetti, sfodera una buona prestazione. Spostato sul centro sinistra, alle spalle di Bruno Peres, soffre un poco la fase di ambientamento, rifugiandosi spesso nello scarico all’indietro invece che nel far proseguire l’azione offensiva; cerca sempre il compagno più vicino e la giocata facile, ma non disdegna ogni tanto le improvvise verticalizzazioni che l’hanno reso celebre da fulcro della difesa. Ordinato, compatto, pulito. Ritrova il centrocampo negli ultimi dieci minuti, mostrando qualche incertezza di troppo.

Gianluca Mancini. Mi trovo sinceramente in imbarazzo a parlare di lui. È cresciuto costantemente in questo ultimo anno, ha preso sicurezza nei propri mezzi, è un leader della linea difensiva, è capace di rubare palloni a chiunque spesso senza fallo, usa il fisico nel modo corretto, si propone spesso e volentieri in attacco, ha un colpo di testa forte e preciso, molto veloce nello scatto ed è uno di quei difensori che non vorresti mai avere contro. Gianluca è prossimo a diventare il prototipo del difensore completo. Erano anni che non si vedeva un centrale di difesa di questa caratura.

Sulla fascia sinistra il mister si affida a Bruno Peres, oggi in versione difensore aggiunto. Con El Shaarawy sulla sua verticale, l’idea di sovrapporre non è neppure presa in considerazione, così passa gran parte della partita a fare legna, martellando gli avversari e lottando su ogni pallone con pulizia e precisione. Un Bruno così non ruba l’occhio e può sembrare un inutile suppellettile, ma il suo contributo nei contrasti è tangibile e ben accetto.

Ordine. Precisione. Pulizia. Concentrazione. Amadou Diawara.

Orfani di Jordan, optiamo per un ritorno alle origini di questo campionato con la mediana centrale composta da Diawara e capitan Pellegrini. Amadou sfodera una prestazione più che positiva, dimostrando di essere un giocatore da Roma, usando il fisico e la testa, mantenendo la lucidità anche nelle situazioni più complicate. Dal mio punto di vista, dovrebbe aumentare i giri con la palla tra i piedi, trovo che sia sempre un secondo in ritardo nelle scelte e che uno coi suoi piedi e la visione di gioco dovrebbe forzare un po’ di più la giocata cercando l’imbucata più spesso, ma prestazioni come quella di ieri sono ottimi segnali e nulla più.

Lorenzo formalmente dovrebbe essere un centrocampista centrale, in pratica è un tuttocampista senza sosta. Se Diawara ha il compito di ragionare e costruire, lui ha il compito di correre e accelerare, marcare e difendere prima di spingersi in avanti e rendersi pericoloso. Con la palla tra i piedi è sicuramente il più minaccioso giallorosso nella trequarti offensiva, riesce sempre a trovare trame interessanti per servire i compagni ed è il primo a tornare in difesa quando ce n’è bisogno. Non ha il tiro, questo purtroppo è vero, né in movimento né da fermo. Insistere negli allenamenti di questo basilare fondamentale del calcio non sarebbe una cattiva idea. Partita da leader e da capitano vero.

Sulla destra ritroviamo un Karsdorp in splendida forma. Dato che il compagno di fascia, Bruno, è più impegnato a difendere che ad attaccare, ci pensa Rick a spingere sulla fascia. Poco importa se spesso si fa un viaggio a vuoto e non viene servito, il suo movimento ad attaccare il lato crea scompiglio e nervosismo tra i difensori genoani. Vederlo così in forma viaggiare sulla fascia, concentrato per tutti i novanta minuti è un piacere per gli occhi.

Pedro sta tornando ai suoi livelli, ieri s’è visto cosa può ancora dare a questa squadra.

Alle spalle dell’unica punta, come di consueto girano Pedro ed El Shaarawy. Lo spagnolo si accende e brilla di luce propria sempre più spesso nell’arco dei 75 minuti trascorsi in campo. Il fisico risponde agli input del cervello, le gambe girano a buona velocità e sembra tornato finalmente a divertirsi a giostrare sul tavolo verde.

Discorso leggermente diverso per Stephan: l’impegno c’è, i movimenti sono quelli giusti, manca ancora la velocità di esecuzione e la naturalezza nella giocata. Gioca concentrato, con la testa all’interno della partita, ma sta imparando un ruolo che è si nelle sue corde, ma non è ancora pienamente il suo. Il suo estro è al momento limitato dall’attenzione necessaria per svolgere i compiti tattici del mister, la sua fantasia è messa da parte per lasciare spazio alla concentrazione necessaria per servire i compagni. Gioca per la squadra più che per se stesso, se ritrovasse la spensieratezza e la giusta velocità di esecuzione tra pensiero e azione, sarebbe un problema in più per gli avversari.

Sta tornando il faraone. Preparate gli eserciti.

Borja Mayoral è il terminale offensivo di questa Roma, al momento non per solo per scelta. Come un dispettoso folletto cerca sempre il taglio alle spalle dei difensori genoani, muovendosi continuamente su tutto il fronte offensivo e aprendo varchi interessanti per l’inserimento dei compagni. Ci sono due tipi di attaccanti: quelli che segnano e quelli che fanno girare le squadre, Mayoral in questo momento è il secondo tipo. Che sia una specifica richiesta di Fonseca è palese se si presta attenzione allo svolgimento del ruolo di punta, al modo in cui lo spagnolo ha interpretato l’attaccante centrale nelle prime sue apparizioni e adesso: prima il suo compito era liberarsi al tiro e chiudere il cerchio, ora è colui che distrugge le trame difensive avversarie lavorando sporco, sempre per favorire la squadra.

Roma batte Genoa al piccolissimo trotto, con il minimo sforzo e senza subire nulla. Fonseca lascia in panchina Villar, Spinazzola e Mkitharyan e riesce comunque a portare a casa i tre punti, dando importanti minuti di recupero a giocatori che avevano mostrato piccoli segni di stanchezza, cosa che vi avevo sottolineato nei precedenti articoli. Bene così, forza Roma!

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