Senza aver macinato chilometri, i tifosi giallorossi hanno assistito all’incontro Atalanta-Roma davanti allo schermo o, ascoltando la partita alla radio come si usava un tempo.
La delusione che è scesa sulla squadra di Ranieri, più contro chi è sceso in campo, è indirizzata verso il risultato finale che premia i bergamaschi che centrano per la quinta volta in sette anni, l’accesso alla Champions League con tutto quello che di positivo comporta.
Roma che non può recriminare nulla della gestione Ranieri ma, al contrario, deve essere soddisfatta della reazione che ha portato la squadra da meno due punti dalla serie B fino a rasentare l’Europa che conta.
Non merita di essere commentata più di tanto la decisione del VAR che ha invitato l’arbitro a rivedere la sua posizione circa l’assegnazione di un rigore che avrebbe potuto mutare i destini dell’incontro: la Roma ha ben presente le disparità di giudizio (basti citare il non fuorigioco di Ramon Turone che è costato uno scudetto ai giallorossi in quel di Torino contro la Juventus) e, quindi, i suoi tifosi sanno bene che la loro squadra deve vincere sul campo in maniera inoppugnabile non godendo, anzi patendo, i giudizi arbitrali.
La partita contro la Dea può lasciare aperte tante chiavi di discussione a partire dal criticare il bomber-sola Dovbyk sempre avulso dal gioco o recriminare sul tardivo inserimento di alcuni rincalzi ma anche sull’opportunità di privare l’attacco giallorosso proprio quando c’era bisogno di un ariete sotto porta capace di farsi rispettare.
Vero che restano 180′ al termine del campionato e che tutto può ancora accadere: Juventus e Lazio sono solo ad un punto ma, oltre al fatto che la Roma dovrebbe vincere contro Milan e Torino, bisogna sperare in improbabili passi falsi da parte delle due squadre che ci precedono di misura.
La certezza, invece, è quella di una seria programmazione futura a partire dall’allenatore e da un mercato (sicuramente sparagnino) che deve liberarsi da pesi inopportuni e da rimpiazzi in grado di fare la differenza (e qui serve un intelligente lavoro di scouting in grado da scoprire talenti che ancora non costino un occhio della testa per inserirli senza dar loro fretta di maturare).
Sempre fieri di colori che sono insostituibili nel nostro cuore e senza volgere lo sguardo all’indietro dimenticando quello che poteva essere e non è stato ma affrontando con tutta la passione e l’amore che possiamo, l’unico nostro grido è daje Roma daje!
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